Trilogia dell'Angelo 
SICILIANO    |    ENGLISH VERSION

Prefazione di Licia Cardillo


       Non voglio separarti dal mio sguardo, o madre,
       né dal mio cuore un solo istante
       mentre ti affacci, da lontano, a guardarmi


Si sgrana la notte e, dal suo grembo, nasce il mattino/ un canto / melodia senza parole / garrulo gorgheggio d'acque / ripetuto a frenuli distesi / nel girotondo dei pianeti…"

Una nascita dolorosa, il passaggio dal buio avvolgente e protettivo al nuovo giorno che richiama "una ciurma di pensieri… e i pensieri, si sa, sono nembi con valigie d'ombra".
Sulla soglia della luce, al confine tra passato e futuro, c'è l'Angelo con la sua mano lieve di "foglia", ad introdurre nel mattino.
Per rendere meno penoso il transito, accompagna "il movimento delle nostre esigue ali doloranti…agita ventagli, spalma unguenti e venefiche spine toglie ad un ad una…"
Aprirsi al mattino è come iniziare un viaggio, affrontare l'ignoto, trasformarsi da bruco in crisalide e poi farfalla.

Dotarsi di ali. Mutare…e ogni mutamento è sofferenza…ogni luce che buca le tenebre apre spazi al dolore e alla vita.
Ancora una volta Maria Stella Filippini, attraverso la parola, tenta di aprire spiragli nel "muro d'ombra"che separa la vita dalla morte, la veglia consapevolezza del sonno. E dice l'indicibile.

Nella "Trilogia dell'Angelo" affronta il tema del divenire, del partire e ritornare, del salpare dall’ombra, da se stessi verso la Luce, indossando "ali cartapecora", in un mondo dove "regna la guerra / e sulla strada muore l'innocenza / e il Cristo è sempre in croce / e la terra brucia e il cielo / oh il Cielo / non ascolta la voce degli oppressi / dei migranti".

Nel sonno l'anima si denuda e scopre "l'altra sorte". Sfiora la porta del mistero. Se questa si apre, arriva l'Angelo e dispensa certezze, erge barriere alla paura, invita alla speranza, ma se all'alba non si sente il canto dell'allodola, allora vorrà dire che non si sta sognando, non si sta dormendo, non si sta vivendo. "La morte è con noi".

Trilogia della leggerezza, della dissolvenza, di atmosfere sospese, di trasparenze e colori mutanti, di "usci mai completamente chiusi", che introducono nella dimensione "altra" della vita.

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Bonfirraro Editore - anno 2001 - Traduzione: Joan Beeching - Libero adattamento in siciliano: Marco Scalabrino da Trapani
In copertina "Madonna, sole e bambini", opera del Maestro Silvio Benedetto - Illustrazioni Maria Ministeri


trilogia2


L'Angelo del mattino
Appare
e accompagna il movimento
delle nostre esigue ali doloranti

E' l'Angelo Luminoso
che cammina discreto
giullare imbonitore menestrello
accurato marcatempo

E' il suo incedere
lieve fruscio di fronde
liana che vincola
patto di alleanza
fermento limite confine

Ha sul capo la coppa
del giorno che incombe
della notte che sgrana
e per compagni al risveglio
ciurma di pensieri
e i pensieri, si sa,
sono nembi con valige d'ombra

Agita ventagli, spalma unguenti
e venefiche spine
pazientemente toglie
ad una ad una

E', parimenti,
un'onda materna paterna
passaggio del bruco che muta
rigenerata farfalla
farfalla opale
opale che beve lo scuro
e diffonde chiarore

Con lui sorge il canto
melodia senza parole
gorgheggìo d'acque
ripetuto a frenuli distesi

Nel girotondo dei pianeti
è magico ritrovo d'asceti
figure simbolo
polvere di dolore e respiro

Se il respiro si affanna
se cerca antichi segni o presagi
del principio divenuto divenire
leviga durezza di roccia e il sole
con voluttà di vertigine
ingabbia in nasse di cristallo

Poiché ha un solo raggio
il mattino e un solo spazio
apre, l'Angelo, con mano di foglia
l'adito al mare che spinge
nell'angusto passaggio rubino
un volo d'airone

Nel nome di Colui Che Dona Ore
giunge vestito di giade
talismano mutante
fiore vermiglio e rugiadoso

Gli fanno da scorta i due Carri
e lo coronano le stelle

Nell'attesa dello splendore caldo
si libera in noi il primigenio pianto
e l'onda pressante
si acquieta

Ci scopriamo teneri e avvolgenti
e il nuovo nato tutto
          avvolgiamo.
L'Angelo del viaggio
Se volete viaggiare, dice l'Angelo,
nell'attesa del viatico
o del timoniere
o del fabbricatore di ali
non fermatevi a guardare
gli altrui percorsi
raccogliete i progetti
          e andate!

E' il viaggiare conteggio di passi
deserto di parole
predestinata meta sosta arrivo
Ha incostanti parabole
schemi e guide e le guide
hanno raggiri di sirene
e sono , nella nebbia,
mosche cieche

E', altresì, curiosità
ricerca del gelo nel fuoco
desiderio di clamore nel silenzio
trionfo d'intenti
luce riflessa di eclissi lunare

Il viaggio è anche delusione
ma se una barca non alza giuste vele
e non raggiunge il porto
l'altra inganna l'occhio del ciclone
e raggiunge il Nadir

Se partirete dal rosa verso il nero
inseguendo sogni tra forre
vortici e uragani
come cani lapperete ferite
dietro il muro del pianto
e rondini vedrete fuggire
sulla scia del vento

Dove potremo mai arrivare
Angelo Esortatore
se al crollare di babeliche torri
regna la guerra
e sulla strada muore l'innocenza
e il Cristo è sempre in croce
e la terra brucia e il cielo

oh il cielo

non ascolta la voce degli oppressi
dei migranti?

Eppure, di certo,
esploreremo il nostro mondo
mondo casa
mondo culla
mondo granaio
mondo giardino
mondo che dà toglie
dimentica

Salperemo
al dormire di muschi e spighe
dall'albicata battigia
che rende morbido il partire
l'ormeggiare

Sarà come una bianca tunica
la nostra vela alito anelito
stame, miele d'ape regina
oasi
nell'ora tardiva di effimeri viaggi

Indosseremo ali cartapecora
ma viaggeremo paghi e feraci
nell'ombra

E tu, Angelo Nocchiero,
non consultare il sestante
lascia che sia la sorte
          a guidarci!
L'Angelo del sonno
Come possiamo
Angelo Silenzioso
non parlare
quando i tuoi misteri
segnano una folla di tracce

e come possiamo parlare
conoscendo l'altalena del tempo
stordimento di parole
sulla punta della lingua

In che modo ci cullerai
se pure le tue fitte reti d'aria
sono crogiolo di nuvole fredde
piante rampicanti e nere
della veglia dell’oblio?

Tu dici, Angelo,

E' il dormire
affettuosa provvidenza
raffinata cortesia
trasformazione
posa invisibile di pietre
pietre di amici

Ha pozzi inesplorati
e radici che nutrono il cuore
e il cuore, si sa, è come il mare
è mondo traslato
che tutto stravolge e acquieta

La morte, senza sosta,
con felpato tocco, nel sonno,
delle sue vesti di tregua
si ammanta.

Nell'estremo sopore
l'anima si denuda
e palesa l'altra sorte
da vergini pagine
da ingressi proibiti

Come lucciole spente
rincorriamo indicazioni binarie
enimmi sciarade
sperando che qualsiasi porta
anche se bloccata
possa alla fine aprirsi

Se la porta si apre arrivi tu
Angelo Prodigo di Doni

Condottiero di turbe e mulinelli
imbrigli e taciti cavallucci e marosi

Adergi abbagli di specchi
a rimandare certezze
a blandire lusinghe
nell'intrigo di corpi e di mani
di svanenti figure
evocate o temute

Allo svegliarsi dell'Alba
sollevi pipistrelli
          e poi colombe
dal profondo
mentre rincorriamo nel labirinto
la Luce

Ma se non udremo l'allodola cantare
allora vorrà dire
che non stiamo sognando
allora vorrà dire
che non stiamo dormendo
allora vorrà dire
che non stiamo vivendo.